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CARMEN DI GIULIO


           
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49 - TEMPO FERMATI

Fermati tempo, son tanti anni
che nella folle corsa teco mi trascino.
Mostro implacabile, ascoltami,
orsù rattieni il passo soltanto un pochino.

Fino ai vent’anni ho preso gusto
a correre con te, torvo vecchio immortale,
poi sempre meno; fermati or,
ritardami, non affrettar l’ora fatale.

Lasciami evocare il passato
con le sue lotte, le sconfitte e le vittorie;
non allontanarlo da me,
fa che vive ne rimangano le memorie.

Fermati tu, non senti il gemito
cupo e desolato di tanta umanità?
Non vedi le mani protese
e il tormento negli occhi colmi di ansietà?

Insensibile, hai ghermito
l’un dopo l’altro i secoli coi tuoi artigli,
e ancor cammini e non ti posi
mai; più, più t’affretti senza accettar consigli.

Non ti commuovi, non rispetti
nulla, tu, sempre sacrilego, infaticabile;
indifferente i giorni stacchi
all’albero della vita, imperturbabile.

Fermati sù, bieco vegliardo,
senti, se un passo ancor farai sarà domani,
e di oggi nulla resterà.
Ahimé! Forse i progetti di or saranno vani!

Non so se a me sarà il ciel
sereno, un fiore rugiadoso e una fontana,
e il pianto che da una musica
nasce, e il suono dolce e mesto d’una campana.

Non so se vivrà chi mi vuol
bene, se il labbro ancor sorridere saprà,
se un sogno dolce nella mia
pupilla, come oggi e ieri s’anniderà.

Amo il presente e tu rendilo
eterno; non rapire il fiore alla sua pianta,
il poeta al suo sentimento,
il bimbo all’innocenza e l’uccello al suo canto.

Non travolger più uomini
e cose, non crear l’oblio per gli eroi,
non continuare la tua folle
corsa, fermati tempo, fermati se puoi.

Marzo 1957



49 - TEMPO FERMATI
Fermare il tempo significa, per Carmen, dare finalmente spazio all'Eternità, che tutto comprende e nulla lascia che si perda. In essa, Ella ravvisa finalmente la pace conquistata, il raggiungimento di un fine, di uno scopo, di un adempimento compiuto e finalizzato, un costruito saldo e definitivo. Il tempo è, invece, tiranno assoluto ed insolente, crudele e insensibile, cieco di fronte a tutto quanto di bello l'uomo, e lo stesso Dio, forse, sono stati capaci di creare. Pronto a distruggere tutto, non aspetta e non rispetta nulla, neanche se stesso, incurante anche del fatto che col tempo, anche lo stesso tempo avrà una fine. Questo distruttore, se non si ferma per dare tregua agli affanni dei suoi schiavi, è condannato, alla fine, a distruggere anche il senso più profondo delle nostre esistenze che, per Carmen, hanno significato solo in una prospettiva positiva, in cui ciò che si costruisce rimane e si perpetua. E' un desiderio di Infinito che esprime rivolgendosi a quell'unico elemento, infinit,o che lei vorrebbe, finalmente, capace di limitarsi.


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